Premio Letterario Nazionale “Carlo Piaggia”
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Al Hajjaji Fatima

Cerchio imperfetto

Capita di guardarsi indietro e osservare con occhi nuovi una realtà ormai passata, ma indelebile nella propria mente.
Ricordi ogni dettaglio di quella persona che ha segnato la tua vita nel profondo. Ogni volta che torni indietro rivedi una piccola bambina stretta nelle braccia di suo nonno che ascolta rapita le sue parole.
Canzoni, ninne nanne, poesie, storie: era di questo che lei si nutriva ogni sera prima di andare a dormire. Non aveva bisogno di niente se non di questo. Voleva conoscere ogni sfaccettatura di quelle storie, ogni emozione che traspariva da quella voce. Catturava tutto nella sua mente, nel suo cuore, nel suo piccolo diario, cercando di non dimenticare nulla. Poteva passare ore tra le braccia di suo nonno senza mai averne abbastanza.
Forse già allora sapeva che niente durerà per sempre.

Col tempo, non era più come quando era piccola, lo chiamava ogni tanto e lo vedeva raramente, e quando accadeva, poteva esserci un disastro, una guerra tutt’intorno, ma in quel momento era felice. Il mondo restava fuori e lei dentro si sentiva spensierata. Una bolla la proteggeva da tutto il male: erano quelle braccia.

Ricordi ancora quella volta, quando si è svegliata alle quattro di mattina? Non riusciva più a dormire, così è salita sul terrazzo nella sua vecchia casa, quella dove aveva vissuto quasi tutta la sua infanzia con il nonno. Era ancora buio, ma è rimasta a guardare il cielo pieno di stelle e sfumature di blu. Incantata. Aveva la testa leggera, senza pensieri, si sentiva libera. Per la prima volta si sentiva a casa, di appartenere a un posto. Non si è più sentita così in nessun luogo. Ha perso l’orientamento.
E ti ricordi quando l’ha scoperto? Era notte, si è svegliata all’improvviso con un peso sul cuore. Non sapeva ancora nulla, l’ha scoperto solo la sera dopo. E lì è stato come uno sparo senza suono diritto al cuore, veloce, forte, capace di distruggere tutto con un preciso tiro. Emozioni che restano impresse nella mente come un tatuaggio. Ha avuto la sensazione che tutto intorno e dentro di sé si fosse fermato, ha perso il controllo.
Povera bambina. Non riusciva nemmeno a respirare, una missione troppo complicata da eseguire. Troppo peso da sopportare in un solo colpo. Il suo cuore ferito e stanco di tenere incollati mille pezzi spezzati. Non restava che farli cadere tutti e se stessa con loro, sperando, un giorno, di riuscire ad alzarsi di nuovo, più forte di prima, e raccogliere tutti quei pezzi, le lacrime versate.

Buffo come spesso, nella vita, si cammini a lungo per poi, guardandosi attorno, trovarsi sempre nel solito punto. Ogni percorso, un cerchio imperfetto che si chiude.
Tutti si è destinati a chiudere il cerchio.
Resta a te capire come.