Parlaci un po’ di te. Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita.
Sono nata nel 1963 e vivo in provincia di Varese, dove lavoro come bibliotecaria e giornalista pubblicista: per il quotidiano “La Prealpina” firmo dal 1999 una rubrica intitolata “Accadde 100 anni fa”. Appassionata di storia, in particolare di storia delle donne, ho pubblicato diversi saggi sull’argomento, poi però, alcuni anni fa, ho sentito il bisogno di sperimentare un genere narrativo che mi consentisse di continuare a raccontare storie vere senza le “costrizioni” del saggio e con una maggiore libertà espressiva: il giallo storico, ispirato a vicende realmente accadute, si sta rivelando un buon compromesso tra l’amore per storia e quello per la scrittura.
Vivo tra i libri, e non solo per lavoro.
Amo la lettura, il cinema e soprattutto la scrittura, che fa parte della mia vita da sempre. È una necessità, non posso farne a meno. È in assoluto la modalità di comunicazione che preferisco, forse quella che mi risulta caratterialmente più congeniale.
Se ti chiedessi di parlare di cosa provi quando scrivi, dei tuoi conflitti, delle tue paure, cosa risponderesti?
La mia scrittura nasce dal desiderio di raccontare, romanzandole, storie dimenticate o sconosciute, ma ancora molto attuali. La ricostruzione di queste vicende non è – e non può – essere distaccata, direi anzi che il coinvolgimento emotivo è molto forte, sia nella fase di studio sia in quella di scrittura, che è il momento dell’isolamento, quello in cui entro in contatto con la parte più profonda di me, dove si agitano anche conflitti e paure: il giallo, in tal senso, ben si presta al lavoro di introspezione.
Quando hai cominciato a scrivere? Che cosa ti ha spinto a farlo?
Ho cominciato a scrivere prestissimo, da bambina, mossa da un bisogno non ben precisato di raccontare il mondo, dentro e fuori di me. È stato certamente il mio amore per le “storie”, in età adulta, a spingermi verso la scrittura in maniera più consapevole. Il passaggio dalla saggistica alla narrativa è piuttosto recente, sebbene sentissi da tempo il desiderio di concentrarmi maggiormente su singole storie di forte impatto emotivo.
Scrivere, per te, è un modo per…
… per comunicare, per condividere, per dare voce a chi non può più farlo, per riportare alla luce vicende che rischiano di finire nel dimenticatoio collettivo e che, sebbene siano trascorsi tanti anni, continuano ad interrogarci sulla complessità e le contraddittorietà dell’animo umano. Ma è anche un modo straordinario per esplorare me stessa e il mio mondo interiore.
Nello scrivere hai un approccio più schematico (es. utilizzo di scalette da sviluppare) o più istintivo (scrittura di getto)?
Ispirandomi a fatti realmente accaduti, seguo necessariamente una trama, senza però trascurare il contesto in cui l’azione si svolge, che diventa parte integrante della storia e non un pallido sfondo: un balzo indietro nel tempo di oltre cent’anni, con tutto quello che ciò comporta, tecniche investigative comprese. Non utilizzo schemi veri e propri: dopo aver ricostruito la vicenda, la trasferisco sulla carta attingendo alla mia immaginazione e cercando di trasmettere al lettore le mie emozioni di “narratrice partecipe” (con libertà, ma nel rispetto della verità storicamente accertata). Questa parte richiede una scrittura più istintiva, in grado di seguire l’onda emotiva dei miei pensieri.
Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Non un solo romanzo, ma diversi romanzi mi hanno condotta alla lettura e poi alla scrittura. Sono e sarò sempre grata alla mia maestra delle Scuole Elementari, che leggeva in classe, a puntate, i capolavori della letteratura italiana come premio per “buona condotta”: sarà perché all’epoca non c’era tutta la tv di oggi, sarà perché c’erano meno distrazioni, aspettavo quel momento con autentica trepidazione. Quanto mi facevano sognare quelle pagine! La scoperta degli scrittori veristi, ai tempi delle Medie e del Liceo, ha reso ancor più saldo questo legame con il fantastico mondo dei libri.
Che cosa consiglieresti agli aspiranti scrittori? Cosa, invece, suggeriresti di evitare?
Non mi sento in grado di dare consigli agli aspiranti scrittori, essendo io stessa un’aspirante scrittrice! A tutti quelli che, come me, affidano alla scrittura pensieri, riflessioni o fantasie, posso dire quello che dico a me stessa, cioè di continuare a farlo, di mettersi in gioco, di sfruttare anche questo canale per esprimere la parte più “timida” di sé, quella che di solito rimane nascosta.
Quali sono gli ingredienti perfetti per un buon romanzo?
Ah, saperlo! Da bibliotecaria posso dire che certi ingredienti funzionano meglio di altri, ma il bravo scrittore è quello che non solo sa dosarli con sapienza, ma sa anche aggiungerne uno “segreto”, che rende uniche le sue opere. Ogni vero scrittore ha la sua ricetta. Da giornalista pubblicista e “aspirante scrittrice” posso dire che lo stile è come un’impronta digitale, personalissima. Inutile, anzi, controproducente cercare di imitare qualcuno: i risultati sono sempre deludenti.
Hai nuovi progetti in vista? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Nel mio cassetto ho un’infinità di storie (e se ne aggiungono sempre di nuove) che “scalpitano” per essere raccontate. Attualmente, dopo oltre un anno di studio, sto lavorando alla stesura di un nuovo giallo, ancora ispirato a un fatto di cronaca: si tratta di un femminicidio avvenuto in piena Belle Epoque varesina. Le indagini sono affidate, come negli altri gialli, al giudice Gagliardi, che mi proibisce assolutamente di anticiparvi altri particolari…
NOTA BIBLIOGRAFICA DELL’AUTRICE
Pubblicazioni principali
- “Processi per stupro. Ottocento” (Macchione Editore, 1994)
- “Contrabbandiere mi voglio fare: storia del contrabbando tra Canton Ticino e provincia di Varese” (Macchione Editore, 1998)
- “Vie di Civiltà insubre. Leggere e promuovere il territorio attraverso il sistema stradale della provincia di Varese” (Provincia di Varese, 1999)
- “Venegono Superiore. Cronache di vita comunale. Ottocento” (Comune di Venegono Superiore, 1999)
- “Venegono Superiore. Cronache di vita comunale. Novecento” (Comune di Venegono Superiore, 2000)
- “L’Asilo infantile Paolo Busti. Frammenti di storia (1887-1900)” (Comune di Venegono Superiore, 2000)
- “Arti & Negozi. Appunti per una storia dell’artigianato di servizio e delle attività commerciali a Venegono Inferiore tra Otto e Novecento” (L’Arcolaio, 2000)
- “Bodio Lomnago: storia di una comunità tra lago e colli” (Nicolini Editore, 2004)
- “Paolo Busti: l’uomo, il sindaco” (Comune di Venegono Superiore, 2004)
- “Comunità e territorio. Appunti per una storia dello sviluppo edilizio e urbanistico del Comune di Venegono Superiore” (Comune di Venegono Superiore, 2005)
- “Carità e solidarietà. Storia della pubblica assistenza e beneficenza a Venegono Superiore (1821-1937), (Comune di Venegono Superiore, 2006)
- “Il Santuario di Santa Maria alla Fontana in Venegono Superiore” (Comune di Venegono Superiore, 2007)
- “Il castello di Venegono Superiore” (Comune di Venegono Superiore, 2009)
- “Varese tra Expo e Belle Epoque. Accadde 100 anni fa” (Pietro Macchione Editore, 2015)
Articoli e contributi
- Donne di emigranti a Varese e Circondario”, in Emigrazione e territorio: tra bisogno e ideale. Convegno internazionale, Varese, 18-20 maggio 1994, a cura di Carlo Brusa e Robertino Ghiringhelli (Lativa, 1995)
- “L’inaugurazione della grande Croce marmorea sul Monte Tre Croci (23 settembre 1900), in Il nostro Sacro Monte (Amici del Sacro Monte, n. 22/2000)
- “L’Esposizione Regionale Varesina del 1901: un monumento alla varesinità”, in Bimestrale di storia e cultura del territorio varesino (Lativa, 2001)
- “Infortunio in tessitura. Gavirate, 1900”, in Rivista della Società Storica Varesina (Nicolini editore, 2001)
- “I cento anni del Museo del Santuario di Santa Maria del Monte”, in Il nostro Sacro Monte (Amici del Sacro Monte, n. 23/2001)
- “Scherzi da prete ai curati di Varese: storia di una truffa “coi sacri crismi”, in Il nostro Sacro Monte (Amici del Sacro Monte, n. 24/2001)
- “Il Duca degli Abruzzi al Sacro Monte di Varese”, Il nostro Sacro Monte (Amici del Sacro Monte, n. 25/2001)
- “Finalmente riaperto il Museo del Santuario di Santa Maria del Monte”, in Il nostro Sacro Monte (Amici del Sacro Monte, n. 26/2002)
- “Civico 18: Santa Maria del Monte, anno 1828”, in Il nostro Sacro Monte (Amici del Sacro Monte, n. 30/2003)
- “Alfonso Bregonzio, sindaco “illuminato”, in Il nostro Sacro Monte (Amici del Sacro Monte, n. 61/2014)
- “L’Ospedale di Tradate: una storia di beneficenza ospedaliera”, in L’Ospedale L. Galmarini di Tradate nella storia, 1914-2014” (Comitato “Amici dell’Ospedale”, 2014)
Romanzi gialli
- “Saluti da Lugano” (Pietro Macchione Editore, 2015 – 1° Classificato al Concorso Letterario Internazionale Città di San Giuliano Milanese – Il Picchio 2017)
- “La Donna Sapiente e il delitto della decima Cappella” (Pietro Macchione Editore, 2016 – “Miglior Giallo” al Concorso Letterario Nazionale “Unicorno Rovigo” 2016)
- “La Voce di Belforte. Una nuova indagine del giudice Gagliardi” (Pietro Macchione Editore, 2017 – Terzo classificato al Premio Letterario Nazionale “Carlo Piaggia” 2018; Premio Speciale Pianeta Donna al Premio Letterario Internazionale Montefiore 2018 e Finalista al Premio Letterario Nazionale “I Murazzi”, Torino 2018)
Dal 1994 collaboratrice de “La Prealpina” di Varese per la pagina della Cultura e dal 1999 autrice della rubrica storica “Accadde 100 anni fa”.
Il libro con cui ha vinto il terzo premio del nostro concorso è: